Caterina ha 39 anni, è originaria della Toscana e ora vive a Berlino. Questo è il suo sesto incarico come medico a bordo dell'Ocean Viking.  

Durante gli studi di medicina a Berlino, Caterina ha iniziato a seguire da vicino la situazione nel Mediterraneo. "Essendo italiana, mi sono sentita in qualche modo responsabile di quanto stava accadendo nel Mediterraneo centrale. Sentivo di dover fare qualcosa, di dover dare un contributo". Nel 2018 ha iniziato a lavorare come volontaria per una ONG tedesca per fornire assistenza medica ai rifugiati a Salonicco, in Grecia. Un mese dopo, si è imbarcata sulla nave di salvataggio Alan Kurdi (Sea Eye). Nel 2020, Caterina è tornata in Grecia per lavorare come medico nel campo di Moria, a Lesbo. Era lì la notte dell'incendio, "la gente è rimasta per strada per giorni e subito è stato costruito un nuovo campo, ancora peggiore di Moria. Era già un inferno", ricorda.

Nel 2021, un'amica la incoraggia a lavorare come medico a bordo dell'Ocean Viking. Da allora, Caterina fa la spola tra Berlino, dove lavora come medico, e le missioni nel Mediterraneo centrale. Mentre i sopravvissuti sono a bordo, trascorre la maggior parte del tempo in clinica per fornire loro assistenza medica: "Siamo i primi medici che incontrano dopo mesi o addirittura anni. Cerchiamo di creare un ambiente sicuro in cui possano raccontarci la loro storia". "Per me lavorare con Search and Rescue significa lottare per i diritti delle persone che cercano di attraversare il Mediterraneo", dice. Per Caterina è anche molto importante testimoniare ciò che sta accadendo alle porte dell'Europa. Così facendo, contribuisce a dare voce alle persone in fuga dalla Libia.  

Ha un tatuaggio sul braccio destro. Una linea discontinua che "simboleggia la terra e il mare", spiega, prima di aggiungere con un sorriso "senza confini".

Crediti Immagine di copertina: Anthony Jean / SOS MEDITERRANEE

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