RICERCA NOTTURNA

Sul ponte di comando, dove si svolgono le ricerche, l'atmosfera è tesa. L'equipaggio è in silenzio. Stiamo cercando una barca in difficoltà con sette persone a bordo. Guardo i miei colleghi che usano i fari per lanciare segnali di soccorso. Il tempo vola e il vento aumenta. Mi chiedo dove siano. Hanno freddo? Sono spaventati? Li cerchiamo per diverse ore nel cuore della notte insieme a un'altra scialuppa. Invano.  

Il giorno successivo riceviamo un'altra chiamata d'emergenza. Anche in questo caso, l'intera squadra è sveglia nel cuore della notte. L'equipaggio della squadra di ricerca e salvataggio si mette alla ricerca uno dopo l'altro. Cerchiamo una barca in vetroresina con 60 persone a bordo. Una nave da carico vicina ci informa via VHF che l'equipaggio ha avvistato una barca vuota che corrisponde alla descrizione. Per sicurezza cerchiamo la nave. Ma non troviamo nulla. Sono le 5 del mattino e le ricerche sono terminate. Ho un groppo in gola. Sento uno dei miei colleghi arrabbiarsi. Sono stati intercettati e riportati nell'inferno della Libia o sono caduti in mare? Probabilmente non lo sapremo mai. È difficile addormentarsi pensando a coloro che non incontrerò mai.

La seconda notte:

Quella notte, quando le nostre scialuppe veloci sono in acqua, riesco a vederla in lontananza nonostante l'oscurità. È una barca a vela lunga 12 metri, completamente sovraffollata con 75 persone a bordo e che dondola pesantemente a causa delle onde e del vento.    

Ci avviciniamo e puntiamo i fari sulla nave. Comincio a riconoscere i volti. Almeno cinquanta persone, senza giubbotto di salvataggio, sono stipate sul tetto della barca. Riconosco subito i bambini. Non mi aspettavo di vederne così tanti e sono scioccato. Il mio sguardo cade su una bambina di circa dieci anni e noto che porta con sé una piccola borsa con un piccolo peluche appeso a lato. La bambina mi guarda e sorride. Mi blocco: non so cosa sto pensando, ma sono sopraffatto. Rimango immobile per qualche secondo, ma la voce di un collega che mi chiama mi riporta all'azione e iniziamo a distribuire i giubbotti di salvataggio.    

È stata un'operazione di salvataggio complicata, ma le squadre dell'Ocean Viking hanno evacuato in modo sicuro le 75 persone, tra cui 17 bambini, dal veliero. La nave era partita dalla Turchia ed era in mare da una settimana. Questa bambina era fuggita con la sua famiglia dal regime talebano in Afghanistan, dove le era stato proibito di andare a scuola.

Crediti Immagine di copertina: Lucille Guenier / SOS MEDITERRANEE

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