Con l'aggravarsi della crisi umanitaria nel Mediterraneo, dove ogni giorno sono in gioco centinaia di vite umane, la necessità di un'azione efficiente e mirata non è mai stata così cruciale. Per questo motivo, SOS MEDITERRANEE dà il benvenuto a Olivier Hagon, esperto nel campo degli aiuti umanitari internazionali, come nuovo membro del Consiglio di amministrazione dell'organizzazione. "L'arrivo di Olivier Hagon rafforzerà ulteriormente la nostra organizzazione e la nostra determinazione a rispondere a questa tragedia in mare", afferma Caroline Abu Sa'Da, direttore generale dell'organizzazione. Il dottor Olivier Hagon, specialista in medicina d'urgenza e aiuti umanitari, si unisce all'attuale Consiglio di amministrazione, presieduto da Richard Watts e con la professoressa Alexandra Calmy come vicepresidente. Pochi minuti dopo la sua elezione, il dottor Hagon ha espresso il suo impegno per il salvataggio in mare con le seguenti parole:"SOS MEDITERRANEE è impegnata in una causa estremamente importante e drammatica, vitale per migliaia di naufraghi e cruciale per la protezione dei diritti umani. È un onore per me far parte di questa missione". Caroline Abu Sa'Da, direttore generale dell'organizzazione umanitaria, sottolinea l'importanza dell'impegno dei membri del consiglio di amministrazione:"L'ingresso del dottor Hagon nel nostro consiglio di amministrazione rappresenta un'importante pietra miliare nell'ulteriore sviluppo di SOS MEDITERRANEE in Svizzera. La sua competenza in campo medico, la sua esperienza nel gestire le crisi umanitarie e il suo impegno nella medicina umanitaria saranno estremamente preziosi per promuovere il nostro lavoro. Avere il suo sostegno e la sua competenza contribuirà a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla crisi umanitaria a cui assistiamo da anni nel Mediterraneo e in cui hanno già perso la vita più di 1.000 persone nel 2023." Questa nuova elezione avviene sullo sfondo di una crisi umanitaria in corso nel Mediterraneo centrale, dove le squadre a bordo della Ocean Viking continuano a salvare vite umane nonostante le enormi sfide. Mentre più di 1.000 persone sono morte nel Mediterraneo centrale dall'inizio dell'anno, le navi di soccorso delle organizzazioni umanitarie sono costrette a fare lunghi transiti verso i porti del nord Italia per portare a terra le persone salvate in luoghi sicuri. Questa nuova procedura è problematica in quanto priva le acque internazionali delle uniche risorse in grado di svolgere professionalmente le operazioni di salvataggio.